Boh... Mah...

C’è il sole che brilla sulla neve. Solo ieri, questa stessa neve era grigia, specchio di un cielo torbido e lattiginoso, specchio di una nuvola che imbavagliava i monti. E me. Ma già oggi - solo ventiquattro ore! - già oggi c’è un sole beato che illumina il mondo. E c’è un pettirosso che becchetta le briciole sul mio praticello imbiancato, e lo orna con i suoi piccoli balzi, e sembra quasi scrivere se stesso, lasciando sulla neve, con quelle sue zampette leggere, tante lettere in una lingua incomprensibile. Nell’alfabeto della natura. Tra quei segni lievi mi perdo volentieri ad ascoltare la luce che piano piano - io non ho fretta, non ora, non qui - discende lungo i versanti, illuminandone gli anfratti più impervi, massaggiando le pareti di roccia ed i boschi. Mi perdo volentieri a guardare l’aria che diventa frizzante, perde il gelo della notte e acquista i colori del giorno, limpido giorno d’inverno. Sono al freddo - fa freddo - e non posso che pensare al mondo che si sveglia e a me - sempre questi ‘io’ - e a me - egoista - e a me e al mondo che si sveglia - io? - e mi guardo in giro e faccio fatica quasi a pensare - fa freddo - ma penso - fa freddo - penso a me - che freddo - a me che sto pensando in silenzio nel freddo - freddo e bianco - la neve carezza il ghiaccio - ho freddo e non posso che pensare a quanto sia inutile - ho freddo - inutile consumarsi in quelle piccole - già sorge il sole - piccole inezie dolorose - piccoli dolori da nulla - già sorge il sole, perché indugiano ancor? - e allora - fa freddo, lo sai? - a allora sai che ti dico? - freddo, tremo, i monti sono rosa - dico che aveva ragione - ormai si vede l’aurora sul suo carro di fuoco - aveva ragione - ormai appare Aurora dalle dita di rosa - aveva ragione Cesare - anche tu Aurora, condannata a un amore impossibile? - Cesare che diceva - anche Aurora, lei bella, lei rosa, lei grande, lei fuoco e dolcezza, anche Aurora condannata ad amare e soffrire - aveva ragione Cesare a dire:

Neque quoiquam mortalium iniuriae suae parvae videntur.
A nessuno sembrano da nulla i torti subiti.

A nessuno - ed i monti da rosa diventano bianchi - a nessuno - già si alza questo sole freddo ma amico - a nessuno le sue disgrazie sembrano piccole - nessuno che vede quest’alba oltre a me? - a nessuno, per quanto insignificanti - nessuno che vede quest’alba con me? - per quanto da nulla a nessuno sembrano piccoli i proprio problemi - solo col sole - la neve ha paura del sole - la neve che scherza col sole - il sole non vuole ferire la neve - il sole che ama la neve - il sole che uccide la neve.

È un sole che ama la neve e la uccide.
La ama, la cerca, la uccide.

La ama

la cerca

la uccide.


Ed io solo col sole.








I'm back. Again.

1 commento:

Gan ha detto...

Ci sono anche soli che non uccidono ciò che amano e ciò che cercano.
You are welcome, again.