Ma rido o tremo?

E mi ritrovo a vivere e a pensare,
a vedere, a sentire, ad annusare,
ad attendere con impazienza
che l’impazienza mi abbandoni ancora
e ancora mi consegni alla mia noia.

Ma per adesso l’impazienza regna,
per adesso mi sento vivo e penso
a questa febbre che mi sta prendendo
- insana - ma profuma di speranza:
ebbro di speranza, ebbro d’impazienza.

L'innocenza e la bontà... (mie)

Ebbene, a Manzoni venticinque lettori sembravano pochi. Io, che cercavo una formula per cominciare questo post, ho pensato proprio ai famosi venticinque lettori. Onde poi accorgermi, però, che venticinque – VENTICINQUE – sono tantissimi! Basti pensare che questo blog, oltre al sottoscritto, che è anche lo scrivente, che sarei poi io, me medesimo, ha un solo – UNO – lettore. Costei è ignota e, per non rivelarne direttamente il nome, dirò solo che esso inizia per R, finisce per A, al centro comprende una I e una T e, infine, conta solo quattro lettere.

Ma la matematica è così amorevolmente natalizia, oggi, che mi consentirà uno strappo.

Miei cari venticinque lettori (=1), come sapete, essendo voi numerosi (=1) ed affezionati (=1), io non sono avvezzo, come altri, ad una narrazione diaristica della mia piatta vita – piatta come un piatto piatto con sopra affettati appiattiti gli uni sugli altri. Tuttavia. Tuttavia oggi è Natale, sono le 19.20 e sono appena tornato dal pranzo-merenda-cena coi parenti (non sto scherzando, ci si è cibati di cibo dalle 13 alle 19; ininterrottamente) e per una volta sento il bisogno di riversare ogni mia amarezza (e se potessi anche un po’ di roba che mi rotola felice da un capo all’altro della pancia, tra cui la sesta fetta di pandoro con crema di mascarpone che, effettivamente, è FORSE stata un po’ eccessiva…) su una pagina. Questa bisogno costituisce una necessità cogente in virtù di queste seguenti considerazioni:
1) Sto di merda.
2) È natale --> 3) Non posso fracassare i maroni alle mie amike (la rì tanto si becca la manfrina lo stesso, essendo l’unica lettrice del blog…)
4) Ho un bisogno disperato di sfogarmi.

Allora. Ore 13.00 si inizia a mangiare, presenti diciotto – DICIOTTO – persone… + due cani (i più umani dell’allegra brigata, meno male che c’erano loro). La tavolata, unica e lunga come la fame, era così suddivisa: sulla vostra sinistra, ladies and gentlemen, potete vedere le mummi… ehm, la geriatr… ehm, i ‘grandi’; sulla vostra destra, madames et messieurs, ecco la sezione ‘giovani e stronzi’. Ecco, io ero nella sezione giovani. Purtroppo. Almeno tra i vecchi mi sarei annoiato e basta. Invece no, mi sono toccati i cugini/e con fidanzate/i. E l’argomento clou è stato il sesso. Ah, che bello! Quello che ci vuole per digerire…! Almeno di solito si parla di merda, argomento su cui, modestamente, posso dimostrare competenza e affidabilità. Invece stavolta, dato che sono tutti/e fidanzati/e, l’argomento era il sesso. Bene! Così si è detto, in simpatia, tra una crespella e un agnolotto, per esempio, che se il partner mangia la cannella, il suo sperma avrà un sapore più gradevole. U-A-U! Questa me la segno, davvero, utile informazione… Ma non solo: il coito cura i sintomi del raffreddore! Potrei pensare a un business con cui arricchirmi. Poi, il meglio del meglio. (Io fin qui avevo mantenuto un prudente mutismo mangereccio: avevo mangiato continuamente, con costanza, senza momenti di ipertrofia né momenti di pausa, così da evitare ogni necessità di partecipare alla discussione.) Decidono di abbinare l’argomento sesso a me – ME – e al fatto che, insomma, a diciotto – DICIOTTO – anni, dovrei avere almeno una qualche vaga esperienza. “Dovrei” non nel senso “è probabile che io abbia”, ma nel senso “sarebbe bene per me avere” una certa esperienza del sesso. E invece, niente. Mia cugina, allora, elabora la seguente teoria: al liceo classico ci sono tante ragazze, ma poche sono carine e meno ancora sono interessanti, perché spesso sono secchione e noiose. Da ciò derivano due conseguenze: 1) possiedo molte amiche 2) perdo momentaneamente interesse nelle ragazze. Infine mi rassicurava, tra un sorriso di scherno e uno di pietà, che non mi mancherà il tempo per rifarmi all’università. Mia sorella, caaaaaaaaaaaara, andava più sul pesante: è venuta fuori la sua gelosia per il fatto che non le racconto niente di me. Non la finiva più di dire che secondo lei non ho ancora (gesto eloquente), che non le dico niente, che lei ha tentato un mucchio di volte di farmi incontrare con la Melania (ecchiccazzoè? macchiccazzosenefrega?), che sono un deficiente, che dovrei seguire la tecnica del se-me-la-dai-bene-se-no-ce-ne-sarà-una-altra-che-me-la-dà, conforme alla mia età e al mio genere maschile. (Ricordo: tutto me presente e davanti a tutti.). Se tutto questo non fosse abbastanza, mio cugino e altri due (fidanzati di cugine) discutevano animatamente per capire-decidere se un loro comune amico sia o meno ‘ricchione’, ‘frocio’, ‘checca’. Beh, ragazzi, vi potrei insegnare degli insulti un po’ più originali, siete prevedibili… E con che argomentazioni! Con quale ignoranza, davvero ammirevole per ampiezza e profondita!

Meno male che c’era Bowie, il cane, che è dolcissimo, così dolce che i suoi stronzi padroni continuano a sospettare che sia ‘un po’ una checca’… Sarà per questo che mi sta così simpatico??

In tutto ciò, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era questa: caro Gesù, io non sono tanto bravo negli scambi economici, però… Però senti questa – e sono sicuro che ne apprezzerai la simmetria: tu oggi, così dicono, sei nato; che ne dici se io muoio?




Fra Cristoforo diceva, maledicendo e minacciando “Verrà un giorno…”. Lo dico anch’io: appena mi trovo un cazzo di ragazzo vedete voi come vi mando tutti affanculo! A-F-F-A-N-C-U-L-O!

Tra l’altro se non si era capito, sono in un periodo da ‘La Cenerentola’ di Rossini (penso di essere l’unica persona al mondo in grado di dare una lettura tragica, decadente e angosciante di un ‘dramma giocoso – opera buffa, in due atti”). E mi sento molto Cenerentola. Ma allora, quando arriva il mio principe, un principe che “sprezza il fasto e la beltà e alla fin sceglie per sé l’innocenza e la bontà”?!?

Meno male che a Santo Stefano si va al lago, se no mi sarebbe toccato replicare il delizioso pasto in compagnia…

CENERENTOLA
(con tono flemmatico)
Una volta c'era un Re,
Che a star solo s'annoiò:
Cerca, cerca, ritrovò;
Ma il volean sposare in tre.
Cosa fa?
Sprezza il fasto e la beltà.
E alla fin sceglie per sé
L'innocenza e la bontà.
La la là
Li li lì
La la là.

CLORINDA e TISBE
Cenerentola, finiscila
Con la solita canzone.

CENERENTOLA
Presso al fuoco in un cantone
Via lasciatemi cantar.
Una volta c'era un Re
Una volta. . .

CLORINDA
(seccata)
E due, e tre.

CLORINDA e TISBE
La finisci sì o no?
Se non taci ti darò…

CENERENTOLA
Una volta...

Oh, come mi sento Cenerentola… Non solo in cerca di un principe, ma anche con delle imbarazzanti manie da casalinga repressa – perfetta massaia di casa…

(Bellissimo questo post di Edgar, soprattutto il finale...)

Doccia = Recollection in Tranquillity

(finding yourself in every drop falling down)

Vorrei passare dallo scarico della doccia
e disciogliermi libero in quell’acqua calda
che, fumante, scende in piccoli vortici
e gorgoglii.

Vorrei passare attraverso uno di quei vortici
e disciolto nel caldo dell’acqua sentire
i tubi in cui scorro, come carezza
che poi mi stimoli

lieve i fianchi, ed il solletico, come i bambini
quando felici gridanti leggeri scendono
giù dallo scivolo.

Tante volte tanto vicino


Aver sfiorato la vita e l’amore,
averne sfiorato il sapore:
sfolgorante immagine della luce
che può brillarmi nel cuore.

Ma presto il buio, presto il freddo: è inverno,
un gelo dei sensi eterno
un gelo dei sensi imposto e penoso:
il mio stesso amaro scherno.

Tante volte tanto vicino
(ma immensamente lontano)
a raggiungere l’unità
che è perfezione geometrica.

Premerò un lenzuolo di lino
su questo mio pensare invano,
lenzuolo bianco che sarà
un’appassita morte estatica.

Fiore
perdi
petali,

cuore
mordi
rosichi

occhi
solo
vedono

vita
che altri
vivono.

Ninna nanna della neve, dolce aspra coperta di un sonno gelato

Silenzio, intorno. E l’aria è di neve,
l’aria è limpida e fredda, fredda
come gemma perfetta e preziosa,
etere trasparente e ialino,
gelo, che puoi guardarci attraverso.

Silenzio, intorno:
il mondo è fermo
cristallizzato
in neve e ghiaccio.
Silenzio, intorno.

Silenzio, e bianco:
solo, lontano,
due solitarie
silenti aquile,
volo maestoso.

Se solo il mondo
si dissolvesse
in un gelido
muto sospiro!
Ah se soltanto…

…solo silenzio!
…silenzio, intorno.