Della sorte, della fortuna e altre simili stronzate...

Non ci credo, non è possibile che dovendo estrarre a sorte per programmare i vari giri di interrogazioni esca sempre il mio numero. Mi sembra che per essere bendata, questa 'fortuna' ci veda un po' troppo bene... Qui qualcuno mi vuole eliminare!

D'altronde, sul concetto di fortuna è interessante l'esempio della mia amica Minù (o anche Minout, come ragout eheh):

C'era una volta Minù, una dolce e raffinata ragazza, incredibilmente portata per la musica, ma, va detto, anche per i rutti. Mentre la nostra Minù attraversava col suo leggero zaino sulle spalle (40 kg ca) un meraviglioso parcheggio lastricato di ghiaccio, immerso in lande piatte e grigie, carico delle fragranze dei gas di scarico delle automobili, ella si avvide di una luccicante moneta, che giaceva sola e abbandonata nel nevischio calpestato di quel grigio parcheggio di città. Allora la dolce Minù, contenta per tale e tanta fortuna, arrestò il suo rapido passo, per chinarsi a cogliere quel dischetto luccicante, convinta in cuor suo che le avrebbe recato buona fortuna nella verifica che proprio quel giorno, lei, piccola guerriera, avrebbe affrontato. Ma mentre tutto questo cogitava e già si stava chinando a raccogliere il suo fortunato ritrovamente, l'infido ghiaccio le strappò la terra di sotto i piedi ed ella, senza nemmeno il tempo di comprendere, si ritrovò con le terga poggiate sul freddo manto stradale. Allora la dolce Minù disse: " Maporcatroooia! Bastardo di un centesimo! Sto merda di ghiaccio..." e così accalorata raccolse il centesimo portafortuna e si alzò e scivolò e si riassestò e, mormorando soavi parole, si avviò a scuola...

A mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar... e con questa meravigliosa storia, assicuro perpetua testimonianza al fatto che la fortuna è un'emerita... (beeeeeeeeeeeeep)

[fortunae plango vulnera / stilantibus ocellis / quod sua mihi munera / subtrahit rebellis...]

1 commento:

Ghost of a Rose ha detto...

Come una scenetta (bucolica? Idillica? Teocritea? Apollodorea? Virgiliana? NO!) di quotidiana vita e quotidiane sventure (aka stronzate), può diventare simbolo di altissime veritates.
Già. E non rompe'i meloni, che nel primo trimestre la Fortuna leggeva (in braille) il mio nome, pressochè ovunque. Insomma, è il rysmòs, l'alternanza, il saliscendi... un po' di equilibrio a questo mondo!!!
Be', sapendoLa mestamente in compagnia di Ema, Giorgio Guglielmo Federico, al centro d'uno sfrenato girotondo di idealisti tedeschi ottocenteschi... riverisco!
(iubilate homines: prova secunda erit latinae!!!)