Sonetto

Muore la luce nel cielo lontano.
Dispare quel fuoco ardente in eterno.
Nel solitario tramonto montano
la speme affoga in un gelo d’inverno.

È destinato a rinascere ancora,
a risalire la china del cielo,
porta speranza nell’alba che odora
del familiare profumo del melo.

Ma nella notte, nel buio profondo,
quando non resta che lagrima amara,
rimangon le stelle a guidare il mondo.

Così nel giorno di gioia più chiara
fa attenzione: s’addensa là in fondo
cupa una nube, di gioia assai avara.

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