Fabula felicitatis

In cima alla torre più alta
poi ch’egli travagli ebbe immani,
l’uomo, ch’è un fantoccio di carta,
protende alla bella le mani.

Già quasi tocca l’infinito,
e l’immota, splendida bella,
un soffio le agita il vestito
e sì vicina è la sua cella.

Ma un drago multiforme e ostile
si para innanzi al cavalier:
quella bestia subdola e vile
respinge indietro quell’uom fier.

L’uomo sopraffatto dal male,
già sente la scura chimera.
Dallo squarcio umano e fatale
non più sangue, ma bile nera.

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