Temporale estivo

Oltre il vetro la cenere di cielo
di grigio tinge l’orizzonte piatto;
si staglia di pioggia un’inerte velo,
di sol un solo raggio splende ratto.

Buffa un nube avanza nel grigiore,
trema e vibra nel suo muto percorso,
laggiù, lontan, si scorge uno splendore:
non è sol: è soltanto un suo rimorso.

Suona lontana una campana, vana
sparge il rimbombo nella nebbia bianca;
s’alza il forte fragor d’una fontana
misto a quel picchiettar di pioggia stanca.

Il dolce odore acre della terra
al primo bagnatuccio si sprigiona:
insieme naso, gola e mente afferra
mentre su in alto un cupo tuono tuona.

Si riempiono i caffè e i ristoranti,
ognuno dove può cerca riparo
ombrelli aperti, ombre tutte tremanti,
bagnarsi costa un gran sorriso amaro.

Ormai finito il temporale moro,
il tuono sposta il suo fragor lontano;
mentre le nubi squarcian lame d’oro
già gl’ultimi diamanti cadon piano.

Nessun commento: