Un vasto monte, una grande pianura,
l’acqua increspata
da un soffio.
Un soffio nell’aria, un soffio al cuore:
è l’aria nei polmoni
che trafigge.
Pugnali nel corpo: ma veri o solo
immaginati, sogni
di un sogno?
Un sogno, incubo che questa notte
mi ha visitato: ero morto
e danzavo.
Danzano i soliti visi sul pullman
ogni mattina: è un ragazzo
col volto indurito:
le cuffie alle orecchie, lo sguardo
lontano ed il volto
indurito.
Ha gli occhi di un cervo ed il cuore
indurito: la pietra nel petto
che tonfa.
Ma lontano è tutto, lontano da me:
son laghi e montagne,
la pace dei sensi.
Silenzio io cerco, silenzio e quiete:
tappare col nulla il vuoto
del mondo:
è l’ignoranza, è la fobia, stupidità,
ma resta immutato intorno
a me il deserto.
Solo conforto mi danno questi alberi,
lenti, alberi lenti, alberi
verdi, alberi
mossi dal lieve fiato, sospiro, sospiro,
agognata pace, pace e sospiro,
un soffio
che agita un lago profondo, il mondo,
un soffio di vita ristora
una bolla di vuoto.
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