Questa strana sensazione di vago terrore,
un fischio ovattato alle orecchie
ed il collo che pulsa sangue,
deglutisce sangue,
sanguina.
L’horror vacui che nell’arte non capisco
(più bello è quel senso indefinito,
quanti inutili fiorellini morti)
mi ha incatenato
qui.
Monta un’onda spumosa e affogo
nel rogo di quest’incertezza,
carezza agognata
morte.
E mi chiedo che senso hanno le lancette
di un orologio, girano per un nulla
che non le ringrazierà mai:
meccaniche.
E mi chiedo che senso hanno i giorni
di una vita, si seguono per un nulla
che non li ringrazierà mai:
meccanici.
Questo grande appuntamento con la vita:
domani ci troviamo ancora qui.
Perché?
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