Sgranando il Rosario

Per circostanze troppo lunghe da spiegare, ho detto il rosario più bello della mia vita (nonché l’unico, finora, e, sinceramente, spero lo rimanga ancora a lungo):

in Toscana
sotto un portico
in mezzo agli ulivi
dopo una cena che passerà alla storia
mentre già faceva buio
mia zia, l’unica seria
mio papà che si è eclissato alla seconda avemaria
il mio cuginetto che scorreggiava tra un’ave e l’altra (io ridevo convulsamente)
mio zio, che a metà, annoiato, se n’è andato via bestemmiando (io ridevo imbarazzantemente)
Dona che rideva (la guardavo e ormai mi faceva male la pancia dal ridere)
mia mamma che rideva (la guardavo e mi facevano male i polmoni dal ridere)


sono morto dal ridere.

amen

(Ebbene sì, il blog funziona a singhiozzo - hic - o, se preferite, spruzza come un rubinetto intasato o, se preferite, ma questa è davvero brutta, scarica come un diarroico in uno dei suoi momenti peggiori... Insomma, un po' ci sono, un po' non ci sono, quando ci sono mi faccio sentire, quando non ci sono è perchè in realtà ci sono ma non ho tempo per esserci, ci sono e non ci sono, oddio, basta!, essere o non essere??)

(Quando non ho tempo per esserci mi manca terribilmente il blog. Questo è un guaio :)

2 commenti:

ribaldo ha detto...

Beh, se le tue assenze sono dovute a cene in toscana sotto gli ulivi e che passano alla storia, buon per te!
Noi da qui non scappiamo e ti aspettiamo!

Thrasùs ha detto...

Mio caro Ribaldo, se fosse solo quello... dove si mette la firma?

=D